Marcia per la Vita e ricordo di Giorgiana Masi

Roma è bella perché è varia: antiabortisti, politici, preti, manifestanti e contro-manifestanti.

  1. La Marcia per la Vita è andata nuovamente di scena a Roma il 12 Maggio 2013. In migliaia hanno sfilato per le vie della capitale per affermare la assoluta intangibilità della vita, “ senza alcuna eccezione, alcuna condizione, alcun compromesso” dal concepimento alla morte naturale.

    Nello stesso giorno ricorreva il 36esimo anniversario dell’uccisione di Giorgiana Masi, una studentessa di 19 anni ammazzata dopo una manifestazione organizzata dal Partito radicale in piazza Navona. Quel giorno Giorgiana era in piazza per celebrare la vittoria del referendum sul divorzio. Il corteo per ricordare Giorgiana Masi è stato vietato dalla questura , ma i manifestanti sono scesi in piazza comunque.

  2. Secondo i promotori della Marcia per la Vita, “le strade della capitale sono state attraversate, anche recentemente, da numerosi cortei indecorosi e blasfemi; il nostro corteo vuole invece affermare il valore universale del diritto alla vita e il primato del bene comune sul male e sull’egoismo.”

  3. Ecco alcuni dei partecipanti alla Marcia.
  4. Questa è Azione Katéchon, un gruppo integralista cattolico per cui l’aborto deve essere vietato, mente ammazzare gli inglesi o gli infedeli non è poi così male. Magari alla vecchia, con un bel rogo.
  5. Un po’ dei cartelli esposti dai manifestanti:
  6. Non mancano esponenti della Chiesa Cattolica,
  7. politici,
  8. e gente comune:
  9. Questo invece è il ricordo di Giorgiana Masi:

Read next page

Did you find this story interesting? Be the first to
or comment.

Liked!

 

Bambini violentati? I Vescovi non hanno l’obbligo di denuciare gli stupratori. “Nell’ordinamento italiano il Vescovo, non rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale nè di incaricato di pubblico servizio, non ha l’obbligo giuridico di denunciare all’autorità giudiziaria statuale le notizie che abbia ricevuto in merito ai fatti illeciti” di pedofilia. E’ questo quanto si legge all’interno delle “Linee guida per i casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici”, approvate dal Consiglio Permanente di gennaio e dalla Congregazione per la Fede. Nessun obbligo di denuncia, quindi. L’importante è che i Vescovi conservino le informazioni relative agli stupri all’interno del loro “archivio segreto” (sic).

Secondo mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, sono 135 i casi di preti pedofili denunciati dalle diocesi italiani alla Congregazione per la dottrina della fede tra il 2000 e il 2011.

53 sacerdoti sono stati ”condannati” dall’autorita’ ecclesiastica, ma moss. Crociata non ha specificato i provvedimenti presi nei loro confronti . Altri 4 sacerdoti sono stati ”assolti”, mentre gli altri casi sono attualmente in fase di istruttoria.

Sono solo 77 i sacerdoti che sono stati denunciati all’autorita’ giudiziaria italiana: 22 preti pedofili sono stati condannati in primo grado, 17 in secondo grado e 21 hanno patteggiato. 5 infine le assoluzioni e 12 i casi che sono stati archiviati.



La pagina Facebook di Jospers Travels

Per chiedere la grazia alla Madonna non occorre andare più andare a Lourdes: basta Facebook. L’iniziativa è organizzata da Jospers, un gruppo che si autodefinisce “social network dei viaggiatori dello Spirito”. Sembra una curiosa trovata di marketing, ma l’operazione ha la benedizione (è il caso di dirlo) dell’Opera Romana Pellegrinaggi del Vicariato di Roma. Ovvero un organo del Vaticano che sta alle dirette dipendenze del Cardinale Vicario del Papa e che ha in Jospers il suo braccio organizzativo.

Jospers invita i fedeli a scrivere le proprie intenzioni di preghiera sul muro della sua pagina Facebook includendo nella preghiere l’hashtag #lourdesaffidamento (chissà perché, visto che l’iniziativa non è stata esplicitamente lanciata su Twitter). E per i più tradizionalisti, è sempre possibile spedire una mail.

Il gruppo stamperà quindi tutte le intenzioni, che sabato 11 febbraio verranno portate alla Grotta di Lourdes in occasione del pellegrinaggio per l’anniversario della prima apparizione della Vergine Maria a Bernadette Soubirous. “Desideriamo fortemente che questo momento sia vissuto anche da chi non potrà essere fisicamente a Lourdes con noi e che insieme a noi si unirà spiritualmente ai piedi della Vergine Maria” ha spiegato padre Caesar Atuire, amministratore delegato di Opera Romana Pellegrinaggi.


Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi, 1994

“Come si fa a non commuoversi in questo momento…
[applausi – dal pubblico: vai Silvio, forza Silvio, sei tutti noi!].
È un momento solenne, un momento intenso… [Dal pub­-
blico: Silvio, accendi la luce!] Forse il nostro Paese ha biso­-
gno davvero della luce della speranza e della fiducia… [ap­
plausi].
Mentre venivo qui, ho pensato che c’era un matto che
stava andando a incontrarsi con altri matti… [applausi – dal
pubblico: Silvio, Forza Italia!!! Altrimenti ci tocca scappare dal­
l’Italia…] Non credo, non credo… [applausi]… io credo che
in questa Italia ci resteremo, ma abbiamo deciso di restarci
come uomini liberi! [applausi]”.

Questo è l’inizio del primo discorso di Silvio Berlusconi, tenuto a Roma il 6 febbraio 1994, così come viene riportato sul sito del Pdl (il resto lo trovate qui).

Ma il suo cavallo di battaglia, più che il discorso, è sempre stato il video messaggio. Il primo venne trasmesso il 26 gennaio 1994 da Rete 4.

Secondo il Pdl uno dei principali meriti dei 18 anni di Brlusconi in politica è quello di aver “rivoluzionato la comunicazione politica e le campagne elettorali, utilizzando creativamente tutti gli strumenti di comunicazione per parlare direttamente ai cittadini, usando un linguaggio chiaro, semplice, diretto, concreto. L’esatto opposto del linguaggio opaco e autoreferenziale tipico della politica italiana fino al 1994″.

E 18 anni dopo il primo video messaggio ecco la svolta: “Il nuovo portale Pdl: la mia discesa in rete”. Ovvero “cerchiamo volontari digitali”. Se nei prossimi giorni facebook e twitter si riempiranno di pubblicità del Pdl, ecco il perché.

Silvio Berlusconi, 2012

Apple Lisa

L’Apple Lisa fu il primo personal computer della Apple Computer, Inc. ad avere un‘interfaccia grafica ed un mouse. Venne presentato il 19 gennaio del 1983. Tre anni prima Steve Jobs fu espulso dal team che lo stava progettando e si concentrò su un altro progetto. Un progetto piccolo, ma che in seguito ebbe un enorme successo: il Macintosh.

L’Apple Lisa costava 9.995 dollari e fu uno dei più grandi fallimenti commerciali della Apple.

 

Agevolare l’utilizzo e lo spaccio di sostanze stupefacenti. E’ questa l’accusa rivolta a Filippo Giunta, presidente dell’associazione Rototom, che è stato rinviato a giudizio dal Gup di Tolmezzo, Roberto Venditti, per violazione della legge Fini-Giovanardi. Il processo incomincerà nel giugno del 2012.

Luciano in concerto al Sunsplash

Tutto è nato dal blitz contro il consumo di marijuana compiuto nel 2009 a Osoppo (Udine) durante il festival reggae ‘Rototom Sunsplash”, in conseguenza del quale la più grande e importante  rassegna reggae d’Europa si e’ trasferita dal Friuli a Benicàssim (in Spagna). ”Non avremmo mai pensato – commenta Giunta – che il teorema persecutorio nei confronti del Rototom avrebbe retto fin qui. Purtroppo invece ci tocca constatare che oggi in Italia un’area enorme come il parco del Rivellino, che ha ospitato il festival con piu’ di 150 mila persone, puo’ essere paragonata a un locale pubblico e che l’avvalersi dell’assistenza di un pool di legali è una decisione presa per agevolare lo spaccio”.

Al presidente dell’associazione Rototom viene contestato l’art.79 della legge Fini-Giovanardi. Per tale dispositivo “chi adibisce o consente che sia adibito un locale pubblico o un circolo privato di qualsiasi specie a luogo di convegno di persone che ivi si danno all’uso di sostanze stupefacenti o psicotrope è punito, per questo solo fatto, con la reclusione da tre a dieci anni e con la multa da euro 3.000 ad euro 10.000”.

La decisione del festival di spostarsi in Spagna è spiegata sul sito del Sunsplash all’interno della sezione L’esodo. Secondo gli organizzatori “con il pretesto dell’art 79 della legge Fini-Giovanardi rinforzato negli atti da pericolose affermazioni che criminalizzano la cultura reggae e il rastafarianesimo, vogliono cancellare il Rototom Sunsplash, uno dei più importanti festival di musica e cultura d’Europa, luogo di aggregazione dove da sempre si pratica la pace e l’interscambio culturale. Si richia così di creare un pericoloso precedente che potrebbe andare a colpire non solo il movimento reggae ma anche tutti coloro che fanno attività culturale libera e aperta in Italia.  Diciamo no alla discriminazione religiosa, alla criminalizzazione della cultura reggae e del Rototom Sunsplash. Difendiamo il diritto di espressione, di coscienza e la libertà di pensiero. Affermiamo il nostro diritto ad esistere nella pace, la fratellanza e l’integrazione tra i popoli”.

La solidarietà al Sunplash è arrivata da numerosi esponenti della società civile, della scena musicale e della politica. Anche quella del consigliere regionale Pdl Alessandro Colautti, che durante una conferenza stampa telefonò agli organizzatori del festival dicendo che gli “dispiacerebbe perdere un’occasione di confronto e dibattito aperta come il Sunsplash, che negli ultimi anni ha fatto un salto di qualità prestandosi ad approfondimenti importanti su temi come ecologia e fine vita”.

Ma alla fine il Sunsplash se ne è andato.

Alla guerra con Hipstamatic invece che con la reflex. E gli scatti vengono pubblicati da Reportages by Getty Images. Il fotografo in questione è il trentaduenne Benjamin Lowy, che ha realizzato dei reportage in Afghanistan e in Libia utilizzando solamente il telefonino della Apple.

“Negli ultimi mesi abbiamo visto come l’utilizzo di Internet, dei social network e degli smartphone abbiano giocato un ruolo essenziale nelle rivolte arabe” spiega il fotografo.

“L’iPhone -sottolinea- mi ha permesso di vedere oltre l’Afghanistan distrutto dalla guerra che in genere mi chiedono di ritrarre nei servizi. E’ stata la prima volta che ho avuto la sensazione di vedere il paese come lo vedono i suoi abitanti:  un luogo dove, nonostante siano onnipresenti il caos e la disperazione, la vita rimane spolverata di leggerezza e allegria”.

I reportage (si chiamano iAfghanistan e iLybia: Arab Spring Revolution (click sui link per vedere le immagini).

David Bowie

David Bowie (vero nome David Robert Jones) nacque a Londra l’8 gennaio del 1947. La rivista Rolling Stone lo definisce un cantante folk, un androgino, un alieno, un decadente, un soul man dagli occhi blu, un artista del rock e una pop star.

Chi non l’ha mai ascoltato dovrebbe procurarsi immediatamente Hunky Dory.

Con il suo nome è stato battezzato un ragno malese, l’Heteropoda davidbowie .

Benedetto XVI Joseph Ratzinger

Joseph Ratzinger

Meglio chiudere baracca che stare con i gay. Succede nell’Illinois, dove dal 1° luglio 2011 è entrata in vigore una legge che legalizza le unioni civili tra persone dello stesso sesso. E piuttosto di considerare come potenziali genitori adottivi coppie di omosessuali, Thomas J. Paprocki, vescovo di Springfield, ha deciso di chiudere la maggior parte delle associazioni caritative cattoliche che si occupano di adozione.

Come riportato da Giacomo Galeazzi su Vatican Insider, la posizione dei vescovi dell’Illinois si fonda su un documento realizzato nel 2003 dall’allora cardinale Joseph Ratzinger, quand’era prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede.

All’interno delle “Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali”  l’omosessualità viene definita da Ratzinger “un fenomeno morale e sociale inquietante”. Ciò in quanto “il matrimonio è santo, mentre le relazioni omosessuali contrastano con la legge morale naturale“.

Ratzinger ricorda come nella Bibbia le relazioni omosessuali siano “condannate come gravi depravazioni… (cf. Rm 1, 24-27; 1 Cor 6, 10; 1 Tm 1, 10). Questo giudizio della Scrittura” puntualizza,  “non permette di concludere che tutti coloro, i quali soffrono di questa anomalia, ne siano personalmente responsabili, ma esso attesta che gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati“.

Il documento è un vero e proprio vademecum per i politici cattolici. Il suo fine è quello di “illuminare l’attività degli uomini politici cattolici, per i quali si indicano le linee di condotta coerenti con la coscienza cristiana”.

“Sono (…) utili interventi discreti e prudenti” ricorda Ratzinger, “il contenuto dei quali”,  suggerisce, “potrebbe essere, per esempio, il seguente: smascherare l’uso strumentale o ideologico che si può fare di questa tolleranza; affermare chiaramente il carattere immorale di questo tipo di unione; richiamare lo Stato alla necessità di contenere il fenomeno entro limiti che non mettano in pericolo il tessuto della moralità pubblica e, soprattutto, che non espongano le giovani generazioni ad una concezione erronea della sessualità e del matrimonio, che le priverebbe delle necessarie difese e contribuirebbe, inoltre, al dilagare del fenomeno stesso. A coloro che a partire da questa tolleranza vogliono procedere alla legittimazione di specifici diritti per le persone omosessuali conviventi, bisogna ricordare che la tolleranza del male è qualcosa di molto diverso dall’approvazione o dalla legalizzazione del male“.

L’adozione di un bambino da una coppia omosessuale significherebbe “di fatto fare violenza a questi bambini nel senso che ci si approfitta del loro stato di debolezza per introdurli in ambienti che non favoriscono il loro pieno sviluppo umano. Ci sono invece buone ragioni per affermare che tali unioni sono nocive per il retto sviluppo della società umana, soprattutto se aumentasse la loro incidenza effettiva sul tessuto sociale”.

Infine una raccomandazione: “se tutti i fedeli sono tenuti ad opporsi al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, i politici cattolici lo sono in particolare, nella linea della responsabilità che è loro propria”.